Quanto dura una giornata? Per una madre che lavora, almeno 27 ore. Perché per trovare un equilibrio tra cura dei figli, lavoro e altri mille impegni spesso deve fare almeno due o tre cose insieme: come un’acrobata. Non a caso, da qualche anno esiste una nuova definizione, “mamme acrobate”, che descrive perfettamente la realtà in cui vivono oggi molte donne italiane. Nel 1961, in Italia, ogni donna aveva in media 2,41 figli. Nel 2016, secondo l’Istat, ne ha 1,35. I motivi di questo calo sono tanti: attualmente una donna su due tra i 20 e i 64 anni lavora, e fare un figlio spesso significa rallentare la propria carriera o pagare a baby sitter e asili nido cifre più alte del proprio stipendio. Eppure, anche se molte con l’arrivo dei figli devono rinunciare alla professione, altre continuano a lavorare, cercando di allungare le loro giornate oltre il possibile.
E se per le dipendenti ogni giorno è una corsa a ostacoli, per le imprenditrici e le lavoratrici autonome le cose possono essere ancora più complicate: le ore dedicate ai figli si traducono in mancati guadagni o occasioni perdute. L’altra faccia della medaglia, però, è che alcune forme di lavoro autonomo, con i loro ritmi spesso modellabili e gli orari flessibili, possono essere una soluzione ideale per molte mamme, che si reinventano come blogger, designer, titolari di imprese di catering o asili nido, organizzatrici di eventi.
Le loro storie affollano i numerosissimi gruppi on line e siti nati per connettere queste donne che si rimettono
in gioco, si interrogano e cercano soluzioni per migliorare la qualità della loro vita o, semplicemente, avere un consiglio. E se è vero che una giornata non avrà mai più di 24 ore, trovare un work-life balance ottimale è possibile. Vediamo come.
Primo passo: fare networking
Chi conosce le esigenze e i problemi di una donna meglio di un’altra donna?
Tutte noi sappiamo che senza l’aiuto di amiche, madri, sorelle la nostra vita sarebbe molto più difficile. Ma a volte, il contributo più grande può venire proprio da sconosciute. Per esempio, donne che hanno in comune con noi un percorso professionale, e che possono darci ottimi consigli su come trovare o richiedere un finanziamento, individuare un esperto che ci supporti nelle questioni legali o finanziarie, sfruttare al meglio il web o i social network per promuovere la nostra attività. “Quando le donne raggiungono il successo, è una vittoria per tutti”: è con questa frase che si presenta SheMeansBusiness, programma di Facebook appena arrivato in Italia che promette grandissimi risultati. Una straordinaria finestra per le titolari di piccole o medie imprese o per chi vuole aprirne una: qui troverai informazioni, consigli, testimonianze video. Un mondo intero
da scoprire sul sito ma anche frequentando le lezioni che nel 2018 coinvolgeranno 3.500 donne con incontri di formazione in tutta Italia.
Un network presente in molte città dello Stivale è anche Rete al femminile, associazione nazionale che opera a livello locale. Grazie a questa realtà, le donne che lavorano in proprio possono conoscersi on line ma anche dal vivo, dando vita a relazioni di mentoring tra figure senior e donne all’inizio della loro vita professionale. Aiutare le giovanissime a costruirsi una strada di successo è l’obiettivo dell’Associazione Young Women Network, creata nel 2012 da volontarie che si impegnano a sostenere le professioniste junior con meeting e reti di relazioni, ma anche affidando ciascuna di loro a una mentor esperta che l’aiuti a crescere. Perché, come dice il loro motto “Assieme arriviamo più lontano”.
Secondo passo: dirsi “brava!”
Un lavoro ben fatto merita di essere premiato. E a sostenere le idee e le iniziative delle donne imprenditrici sono molti premi nel mondo e in Italia. Non sono riconoscimenti simbolici: la vincitrice dell’European Prize for
Women Innovators, scelta tra le europee che hanno creato un’impresa di successo, porterà a casa 100.000
euro. Altrettanti dollari sono invece assegnati ogni anno a ciascuna delle 6 vincitrici del Premio Cartier per
supportare le loro attività innovative e di successo. Non denaro, ma formazione di altissimo livello è quello che offre il Premio Gamma Donna, che dal 2004 sostiene l’imprenditoria femminile e giovanile. In palio per le vincitrici un Master della 24 Ore Business School, un percorso d’incubazione al Polihub del Politecnico di Milano e sei mesi di mentoring di un manager selezionato dall’associazione Valore D. Una mela d’oro, infine, è il prestigioso premio della Fondazione Marisa Bellisario, forse il primo nato per premiare le carriere femminili. Dal 1989, viene assegnato alle donne “che si distinguono nella professione, nel management, nella scienza, nell’economia, nel sociale, nella cultura e nell’informazione”.
Terzo passo: working hard
Oggi le imprese gestite da donne in Italia sono 1 milione e 330mila: un dato che è destinato a crescere.
Solo alcune di queste sono destinate a vincere premi e ottenere titoli di giornale; tutte, però, sono un grande
investimento per le loro proprietarie, che le portano avanti con energia, impegno e passione. Proprio
“Appassionate” è il titolo di un blog che racconta il mondo dell’imprenditoria femminile nelle sue tante
sfumature, raccogliendo storie di donne “che hanno fatto della loro passione un’impresa”. La passione e l’impegno: proprio questi sono i valori più importanti per un’imprenditrice. Ma per non andare sprecati devono essere supportati e protetti adeguatamente. Un’imprenditrice deve essere amante delle sfide, sapersi adattare al cambiamento, essere pronta a cogliere le novità e le sfide del mercato. Ma deve anche saper costruire basi solide, proteggendo la propria attività da ogni rischio, per iniziare una piccola, o grande, storia di successo.
Era del lavoro precario: i giovani e la loro pensione futura
/in NewsLa soluzione pensionistica più adatta per i lavoratori “a singhiozzo”
Oggi l’occupazione ha mille volti: il lavoro tradizionale a tempo indeterminato è sempre più raro, mentre si affermano percorsi lavorativi intermittenti, contratti a tempo, a chiamata, di collaborazione. Dal 2008 ad oggi il numero di lavoratori a tempo determinato è aumentato del 20% e il mercato del lavoro è affollato da tipologie contrattuali che possono comportare, specie per i più giovani, interruzioni lavorative, percorsi irregolari e discontinui che determinano “vuoti” contributivi, rendendo le aspettative pensionistiche ancora più carenti.
Per questi lavoratori è fondamentale sapere che c’è il modo di assicurarsi un futuro sereno integrando la pensione di base con la previdenza complementare e costruirsi – già oggi – dei “paracadute” da utilizzare in caso di necessità. Dopo aver analizzato le opportunità per chi ha già un contratto a tempo indeterminato, ecco alcuni consigli utili per soddisfare le esigenze di chi ha un percorso lavorativo intermittente.
Una pensione integrativa con la flessibilità di versare quanto vuoi
Lo strumento migliore in grado di adattarsi alle diverse necessità che il lavoratore a singhiozzo può avere durante la sua vita professionale è il PIP, Piano Individuale Pensionistico, la cui adesione è volontaria ed esclusivamente su base individuale. I PIP sono forme pensionistiche individuali realizzate attraverso contratti di assicurazione sulla vita. Al momento dell’adesione il lavoratore – autonomo o libero professionista – stabilisce liberamente l’importo e la periodicitàdella contribuzionee nel corso del tempo può modificare le proprie scelte variando l’entità dei versamenti, oppure effettuandone di aggiuntivi a seconda della disponibilità del momento.
I PIP sono una risposta adeguata al lavoro che cambia
Nel caso di un cambiamento radicale della propria tipologia contrattuale, ad esempio, dopo due anni di partecipazione al PIP si è liberi di trasferire senza costi la propria posizione individuale maturata ad altra forma pensionistica complementare se ritenuta più favorevole. Così come in casi particolari il lavoratore può richiedere – già in fase di accumulo – il riscatto totale o parziale della propria posizione individuale: un’anticipazione per spese sanitarie, in seguito a gravi situazioni relative a sé, al coniuge e ai figli per terapie e interventi straordinari, per l’acquisto o ristrutturazione della prima casa; nonché richiedere, al ricorrere dei requisiti previsti dalla legge, la rendita integrativa temporanea anticipata (RITA, che approfondiremo nella prossima newsletter).
Chi può aderire ai PIP
Possono aderire lavoratori dipendenti o autonomi, liberi professionisti ma anche persone che in quel momento della loro vita non svolgono attività lavorativa, per esempio studenti e casalinghe. È possibile iscrivere ad un PIP anche un familiare maggiorenne fiscalmente a carico; una possibilità interessante per i genitori, che possono cominciare per tempo a contribuire alla stabilità economica futura dei propri figli. Infatti i PIP sono costituiti sotto forma di patrimonio autonomo e separato rispetto a quello della Compagnia: in caso di crisi della società il risparmio previdenziale non viene intaccato, è destinato esclusivamente al pagamento delle pensioni agli aderenti.
Vantaggi fiscali immediati
L’adesione ai PIP determina anche un vantaggio immediato rappresentato dalla possibilità di dedurre dal proprio reddito imponibile i contributi versati nel limite massimo 5.164,57 euro annui, il che si traduce in un risparmio delle imposte da versare variabile a seconda dell’aliquota fiscale. Per esempio, un lavoratore che percepisce un reddito annuo di 15.000 euro e abbia aderito a un PIP versando 3.000 euro annui di contributi, risparmierà 690 euro di imposte.
Costruire il futuro nostro e dei nostri cari
Si può beneficiare delle detrazioni anche per i versamenti contributivi effettuati a favore di un familiare fiscalmente a carico. In questo modo l’avvio di un programma previdenziale per i propri figli diventa vantaggioso anche sotto il profilo fiscale. Soprattutto, attivare un programma previdenziale per un figlio rappresenta un gesto di grande valenza educativa volta a diffondere una cultura previdenziale anche nei più giovani. Quando comincerà a lavorare, il figlio, potrà decidere se continuare a versare in modo autonomo o trasferire il montante accumulato in un altro fondo.
Inizia subito a prenderti cura del tuo domani, basta un piccolo gesto per volersi bene e iniziare a costruire il futuro con serenità anche in caso di “carriere intermittenti”, grazie a un prodotto così flessibile come il PIP UnipolSai Previdenza Futura.
Gli italiani alle vacanze non rinunciano!
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GUIDA ALLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER I LAVORATORI DIPENDENTI
/in NewsUn giovane che ottiene oggi il tanto ambito posto fisso ha molti motivi per cui festeggiare. Inizierà col pensare a come realizzare i propri sogni (casa, matrimonio, viaggi, figli) mentre la prospettiva della futura pensione non sarà certo una delle sue priorità. Difficile stare dietro alle previsioni che spostano sempre più in là il momento della pensione (per chi entra oggi nel mondo del lavoro se ne parla dopo il 2060, secondo le stime della Covip) o al fatto che ammonterà a circa la metà dell’ultimo stipendio. È qui che devono entrare in scena i genitori, ricordando che il futuro va costruito giorno per giorno e per aiutare i figli a districarsi tra le tante proposte di prodotti finanziari.
Le forme di previdenza complementare: quale scegliere?
Per mantenere anche negli anni del riposo un reddito adeguato è evidente quanto sia importante aderire a una forma di previdenza complementare. Facciamo allora un po’ di chiarezza sulle opzioni per un lavoratore dipendente. Nella prossima newsletter approfondiremo le opportunità pensionistiche per chi fa lavori “intermittenti”.
Il dipendente privato può aderire al fondo pensione aperto anche su base collettiva, qualora tale tipo di adesione sia prevista dai contratti di lavoro, dagli accordi collettivi o dai regolamenti aziendali; i dipendenti pubblici, invece, possono aderire a un fondo aperto o a un PIP solo su base individuale e possono versare solo il contributo individuale, ma non il flusso di TFR.
Come funziona un fondo pensione chiuso
La contribuzione a un Fondo pensione chiuso è costituita da tre elementi:
La futura pensione sarà calcolata sulla base del montante costituito dai versamenti dei contributi sopra citati e dai rendimenti degli stessi maturati nel tempo e conseguiti tramite il loro investimento in strumenti finanziari.
Come funziona un fondo pensione aperto
Il lavoratore dipendente che aderisce a un fondo pensione aperto su base individuale può scegliere l’importo e la periodicità dei versamenti, per esempio decidendo di versare solo il TFR. Se aderisce invece su base collettiva, l’importo minimo della contribuzione è stabilito dagli accordi o dai contratti collettivi ed è prevista la possibilità di versare di più. Chi versa il proprio contributo ottiene anche quello del datore di lavoro. Il contributo versato dal datore di lavoro è un elemento da valutare con attenzione: a parità di condizioni – secondo stime della Covip – consente di ottenere una pensione complementare più alta anche del 17%.
Per una proiezione della futura pensione per noi o per i nostri figli, Unipolsai mette a disposizione Pensione On Line Su Misura, uno strumento pensato appositamente per aiutare a individuare il prodotto previdenziale più adatto e fornire un’indicazione dell’evoluzione nel tempo del piano pensionistico.
Il TFR come fonte di finanziamento
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) rappresenta una significativa fonte di finanziamento della previdenza complementare: per questo è importante decidere consapevolmente a riguardo. Un dipendente privato, entro 6 mesi dall’assunzione, deve scegliere se destinarlo alla previdenza complementare o lasciarlo in azienda. Se la scelta non viene effettuata esplicitamente, il datore di lavoro trasferisce il TFR nella forma pensionistica collettiva prevista dagli accordi o dai contratti collettivi o, in caso di più forme pensionistiche, in quella cui ha aderito il maggior numero di dipendenti.
Vantaggi fiscali e sostegno nei momenti critici
Non vanno dimenticati gli immediati vantaggi fiscali: aderire a un fondo pensione comporta infatti la possibilità di dedurre fino a € 5.164,57 all’anno durante la fase di contribuzione. E i rendimenti sono tassati al 20%.
Al momento della pensione, le prestazioni erogate saranno tassate con un’aliquota del 15%, ridotta di una quota pari allo 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di partecipazione a forme pensionistiche complementari; in questo modo l’aliquota può essere ridotta fino a un minimo del 9%.
La previdenza complementare rappresenta poi un “paracadute” in caso di necessità. Per spese sanitarie, del lavoratore, del congiunto o dei figli, si può ottenere un anticipo della prestazione fino al 75% del montante accumulato.
Trascorsi 8 anni dall’iscrizione alla forma di previdenza complementare, è possibile richiedere un’anticipazione per un importo non superiore al 75% della posizione individuale maturata per l’acquisto della prima casa di abitazione per sé e per i figli o per la ristrutturazione della stessa: una casa tutta per sé diventa un sogno più concreto.
È prevista infine la possibilità di riscatto prima della maturazione dei requisiti pensionistici: nei casi più gravi sarà possibile riscattare totalmente l’intera posizione individuale accumulata – per esempio per cessazione dell’attività lavorativa che determini inoccupazione per un periodo superiore a 4 anni e invalidità permanente che comporti la riduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo – sarà, invece, possibile riscattare fino al 50% di quanto accumulato, nel caso di inoccupazione compresa tra 12 e 48 mesi, ovvero in caso di ricorso da parte del datore di lavoro a procedure di mobilità e cassa integrazione ordinaria o straordinaria.
Gli strumenti per costruire giorno dopo giorno una stabilità economica che non diminuisce nel tempo ci sono: pensiamoci sin da ora indirizzando i nostri giovani affinché possano affrontare serenamente ogni fase della propria vita.
Previdenza complementare: cos’è e quali sono i vantaggi
/in NewsChi vuole affrontare serenamente il periodo della pensione, garantendosi una forma di reddito aggiuntivo, può trovare degli strumenti utilissimi nei sistemi di previdenza complementare. Ma come funzionano, quali sono le loro caratteristiche e i vantaggi che sono in grado di offrire?
Il sistema pensionistico pubblico
Il sistema pensionistico italiano è strutturato in base al criterio della ripartizione secondo un “contratto sociale” per cui i contributi versati dai lavoratori vengono utilizzati per pagare le pensioni a coloro che al momento ne hanno diritto. In linea generale, fatte salve alcune eccezioni, oggi per il pensionamento di vecchiaia occorre avere almeno 66 anni e 7 mesi di età e aver versato almeno 20 anni di contributi. E chi raggiunge l’ambito traguardo ha finalmente la possibilità di dedicarsi alle proprie passioni e ai propri interessi, sempre che la situazione economica lo permetta.
Per assicurarsi un reddito adeguato anche negli anni del riposo è bene cominciare a pensarci per tempo, quando ancora mancano molti anni al raggiungimento dell’età pensionabile, aderendo a forme di previdenza complementare da affiancare a quella pubblica.
I tre “pilastri” del sistema pensionistico
La previdenza complementare è il secondo pilastro del sistema pensionistico, il cui scopo è quello di integrare la previdenza obbligatoria, che rappresenta il primo. Il terzo invece è la previdenza integrativa individuale, che ciascuno può realizzare con forme di risparmio autonome (le polizze vita). L’obiettivo è assicurarsi un livello adeguato di tutela pensionistica, che si aggiunga alle prestazioni previste dal sistema pubblico di base.
Aderire alla previdenza integrativa significa accantonare regolarmente durante la vita lavorativa i propri risparmi in una forma pensionistica privata, per ottenere in futuro un reddito che garantisca maggiore sicurezza economica.
È importante attivare una forma di pensione integrativa che rispecchi le nostre esigenze e i nostri obiettivi, valutando la propria attitudine al rischio e gli anni che mancano per arrivare alla pensione pubblica.
Meglio investire da subito sul proprio futuro
Anche se possono aderire alla previdenza integrativa tutti coloro ai quali manchi almeno un anno al conseguimento del trattamento pensionistico, è all’inizio del proprio percorso professionale che si devono mettere le basi per la stabilità economica futura. Maggiore sarà il numero di anni di versamenti, infatti, maggiore sarà il capitale accumulato quando vorremo liquidare la nostra posizione.
Possono aderire lavoratori dipendenti, autonomi, liberi professionisti, soggetti senza reddito o con redditi diversi da quelli del lavoro. Al momento dell’adesione verrà aperta una posizione individuale, che sarà alimentata negli anni dai contributi versati e dai rendimenti maturati. Ogni azione andrà fatta mantenendo sempre un buon grado di flessibilità che consenta di modificare gli importi, sospendere i versamenti e, in determinate situazioni, prelevare una somma come anticipo o riscatto.
Esistono poi anche forme di adesione collettiva, grazie alle quali un gruppo di lavoratori di un’azienda / categoria / regione può sottoscrivere una forma pensionistica complementare destinando a essa le quote del TFR, maturando senza intaccare il proprio reddito mensile. Oltre al TFR, i lavoratori possono anche decidere di effettuare versamenti integrativi per avere in futuro una rendita più elevata. In questo caso, se previsto dal CCNL o da accordi collettivi, anche il datore di lavoro può essere tenuto a contribuire, ricavandone sgravi fiscali significativi. La posizione personale sarà così formata dal TFR, dai versamenti individuali volontari e dai contributi aggiuntivi del datore di lavoro.
I vantaggi della previdenza complementare
Una volta maturati i requisiti per la pensione pubblica, e dopo aver partecipato per almeno cinque anni alla previdenza complementare, potremo scegliere di convertire, totalmente o parzialmente, la nostra posizione individuale in una rendita integrativa erogata per tutta la durata della vita. L’eventuale parte non convertita in rendita sarà liquidata immediatamente in forma di capitale.
Queste forme di previdenza, oltre a costituire uno strumento importante per il mantenimento del tenore di vita al termine dell’attività lavorativa, rappresentano anche un’opportunità di risparmio con caratteristiche vantaggiose. La previdenza complementare gode infatti di un trattamento fiscale agevolato.
In primo luogo, i versamenti volontari sono deducibili dal reddito (fino ad un massimo di € 5.164). Ciò permette di abbattere l’imponibile e di beneficiare di un significativo risparmio di imposte. Facciamo un esempio concreto: un lavoratore con un reddito annuo lordo di 30.000 euro che versi un contributo annuale di 2.000 euro, avrà un risparmio “immediato” di 760 euro a fronte della deduzione di imposta che gli viene riconosciuta.
In secondo luogo, i rendimenti della gestione finanziaria sono soggetti a una tassazione agevolata rispetto ad altre forme di investimento da cui differiscono anche per l’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo. Infine, alla scadenza, la somma dei versamenti dedotti sarà tassata con un’aliquota molto inferiore rispetto a quella di cui si è beneficiato in corso di contratto. Tale aliquota al massimo è del 15% e si riduce progressivamente in base agli anni di appartenenza alla previdenza complementare fino a un minimo del 9%.
Insomma, conviene pensare sin da ora a strumenti efficaci e sicuri e stimolare tutti i nostri cari a farlo. E Quando finalmente potremo godere del meritato riposo, avremo una situazione economica sicuramente più stabile e soddisfacente.
Guidare d’inverno: controlli, pneumatici e tecniche di frenata
/in NewsSi parla di inverno e subito viene in mente la neve, anche se non è questo l’elemento con il quale gli automobilisti devono confrontarsi più di frequente in questi mesi. Per la stagione fredda auto e stile di guida vanno preparati in modo adeguato: le poche ore di luce, la possibilità di dover procedere nella nebbia e le temperature che dopo il tramonto precipitano sotto lo zero sono pericoli da non sottovalutare.
La scelta più importante: gli pneumatici
Per prima cosa dobbiamo pensare alle ruote: sbaglia chi crede che solo se nevica ci possono essere problemi, e che nel caso si possa semplicemente ricorrere alle catene. Anche la pioggia può essere insidiosa e capace di abbassare drasticamente la temperatura dell’asfalto. Le gomme classiche, definite anche “estive”, sono progettate per lavorare al meglio dai 16 gradi in su: entrano in crisi quando il termometro scende sotto i 7 gradi. Sotto questa soglia non assicurano la tenuta ideale, quindi sono possibili perdite di aderenza in curva o in frenata, soprattutto nei primi metri dopo una partenza.
Esistono tuttavia pneumatici espressamente progettati per offrire le migliori prestazioni in queste situazioni: sono chiamati invernali e hanno ben poco in comune con le gomme da neve del passato, specifiche per quell’impiego, ma che risultavano rumorose e poco adatte su asfalto. Le invernali, grazie alla particolare costruzione e alla presenza di intagli (detti lamelle) sul battistrada, sono efficaci su strade gelate e garantiscono non solo la trazione, ma anche e soprattutto stabilità e frenate sicure su percorsi innevati. Si distinguono per la presenza sui fianchi di due marcature particolari: la scritta M+S e il disegno stilizzato di una montagna con tre cime e di un fiocco di neve.
Cosa dice il Codice della strada
In tutte le zone nelle quali tra il 15 novembre e il 15 aprile sono attive le ordinanze invernali sulla circolazione (qui l’elenco completo) il loro montaggio esenta dall’obbligo, alternativo, di avere le catene a bordo. Il Codice della strada prevede che si debbano montare pneumatici uguali sullo stesso asse. In teoria è possibile equipaggiare l’auto con due pneumatici estivi e due invernali, ma questa scelta è sconsigliata perché il comportamento del veicolo risulta molto squilibrato e il rischio di perdite di controllo è ancora più marcato. In alternativa agli invernali puri, il cui costo è in media superiore di circa il 10% rispetto a quelli convenzionali, si stanno diffondendo anche pneumatici “all season”, con le stesse marcature ma con una struttura progettata per risultare efficace in ogni periodo dell’anno, evitando così il cambio stagionale. Per chi invece preferisce le classiche catene, va ricordato che è importante verificare che la loro misura sia compatibile con le dimensioni delle ruote ed è fondamentale prendere confidenza con il montaggio per evitare difficoltà nel momento del bisogno.
CASA, FAMIGLIA, LAVORO. PROFESSIONE “MAMMA ACROBATA”
/in NewsQuanto dura una giornata? Per una madre che lavora, almeno 27 ore. Perché per trovare un equilibrio tra cura dei figli, lavoro e altri mille impegni spesso deve fare almeno due o tre cose insieme: come un’acrobata. Non a caso, da qualche anno esiste una nuova definizione, “mamme acrobate”, che descrive perfettamente la realtà in cui vivono oggi molte donne italiane. Nel 1961, in Italia, ogni donna aveva in media 2,41 figli. Nel 2016, secondo l’Istat, ne ha 1,35. I motivi di questo calo sono tanti: attualmente una donna su due tra i 20 e i 64 anni lavora, e fare un figlio spesso significa rallentare la propria carriera o pagare a baby sitter e asili nido cifre più alte del proprio stipendio. Eppure, anche se molte con l’arrivo dei figli devono rinunciare alla professione, altre continuano a lavorare, cercando di allungare le loro giornate oltre il possibile.
E se per le dipendenti ogni giorno è una corsa a ostacoli, per le imprenditrici e le lavoratrici autonome le cose possono essere ancora più complicate: le ore dedicate ai figli si traducono in mancati guadagni o occasioni perdute. L’altra faccia della medaglia, però, è che alcune forme di lavoro autonomo, con i loro ritmi spesso modellabili e gli orari flessibili, possono essere una soluzione ideale per molte mamme, che si reinventano come blogger, designer, titolari di imprese di catering o asili nido, organizzatrici di eventi.
Le loro storie affollano i numerosissimi gruppi on line e siti nati per connettere queste donne che si rimettono
in gioco, si interrogano e cercano soluzioni per migliorare la qualità della loro vita o, semplicemente, avere un consiglio. E se è vero che una giornata non avrà mai più di 24 ore, trovare un work-life balance ottimale è possibile. Vediamo come.
Primo passo: fare networking
Chi conosce le esigenze e i problemi di una donna meglio di un’altra donna?
Tutte noi sappiamo che senza l’aiuto di amiche, madri, sorelle la nostra vita sarebbe molto più difficile. Ma a volte, il contributo più grande può venire proprio da sconosciute. Per esempio, donne che hanno in comune con noi un percorso professionale, e che possono darci ottimi consigli su come trovare o richiedere un finanziamento, individuare un esperto che ci supporti nelle questioni legali o finanziarie, sfruttare al meglio il web o i social network per promuovere la nostra attività. “Quando le donne raggiungono il successo, è una vittoria per tutti”: è con questa frase che si presenta SheMeansBusiness, programma di Facebook appena arrivato in Italia che promette grandissimi risultati. Una straordinaria finestra per le titolari di piccole o medie imprese o per chi vuole aprirne una: qui troverai informazioni, consigli, testimonianze video. Un mondo intero
da scoprire sul sito ma anche frequentando le lezioni che nel 2018 coinvolgeranno 3.500 donne con incontri di formazione in tutta Italia.
Un network presente in molte città dello Stivale è anche Rete al femminile, associazione nazionale che opera a livello locale. Grazie a questa realtà, le donne che lavorano in proprio possono conoscersi on line ma anche dal vivo, dando vita a relazioni di mentoring tra figure senior e donne all’inizio della loro vita professionale. Aiutare le giovanissime a costruirsi una strada di successo è l’obiettivo dell’Associazione Young Women Network, creata nel 2012 da volontarie che si impegnano a sostenere le professioniste junior con meeting e reti di relazioni, ma anche affidando ciascuna di loro a una mentor esperta che l’aiuti a crescere. Perché, come dice il loro motto “Assieme arriviamo più lontano”.
Secondo passo: dirsi “brava!”
Un lavoro ben fatto merita di essere premiato. E a sostenere le idee e le iniziative delle donne imprenditrici sono molti premi nel mondo e in Italia. Non sono riconoscimenti simbolici: la vincitrice dell’European Prize for
Women Innovators, scelta tra le europee che hanno creato un’impresa di successo, porterà a casa 100.000
euro. Altrettanti dollari sono invece assegnati ogni anno a ciascuna delle 6 vincitrici del Premio Cartier per
supportare le loro attività innovative e di successo. Non denaro, ma formazione di altissimo livello è quello che offre il Premio Gamma Donna, che dal 2004 sostiene l’imprenditoria femminile e giovanile. In palio per le vincitrici un Master della 24 Ore Business School, un percorso d’incubazione al Polihub del Politecnico di Milano e sei mesi di mentoring di un manager selezionato dall’associazione Valore D. Una mela d’oro, infine, è il prestigioso premio della Fondazione Marisa Bellisario, forse il primo nato per premiare le carriere femminili. Dal 1989, viene assegnato alle donne “che si distinguono nella professione, nel management, nella scienza, nell’economia, nel sociale, nella cultura e nell’informazione”.
Terzo passo: working hard
Oggi le imprese gestite da donne in Italia sono 1 milione e 330mila: un dato che è destinato a crescere.
Solo alcune di queste sono destinate a vincere premi e ottenere titoli di giornale; tutte, però, sono un grande
investimento per le loro proprietarie, che le portano avanti con energia, impegno e passione. Proprio
“Appassionate” è il titolo di un blog che racconta il mondo dell’imprenditoria femminile nelle sue tante
sfumature, raccogliendo storie di donne “che hanno fatto della loro passione un’impresa”. La passione e l’impegno: proprio questi sono i valori più importanti per un’imprenditrice. Ma per non andare sprecati devono essere supportati e protetti adeguatamente. Un’imprenditrice deve essere amante delle sfide, sapersi adattare al cambiamento, essere pronta a cogliere le novità e le sfide del mercato. Ma deve anche saper costruire basi solide, proteggendo la propria attività da ogni rischio, per iniziare una piccola, o grande, storia di successo.
CANI E GATTI GOURMAND: RICETTE PER VIZIARLI UN PO’
/in NewsPappe home made, sane e salutari
Oggi che siamo tutti più attenti e consapevoli che un’alimentazione sana sia necessaria al nostro benessere
psicofisico, applichiamo sempre più spesso questo principio anche alla dieta dei nostri animali.
Preparare per loro una pappa fatta in casa permette di controllare provenienza, qualità e conservazione degli ingredienti; il cibo casalingo, inoltre, non contiene additivi o conservanti ed è sempre fresco e ricco di acqua, al contrario di snack e croccantini confezionati.
Diete BARF e cucina casalinga: cosa dobbiamo sapere
Negli Stati Uniti la moda del pet food “fatto in casa” è iniziata già da qualche anno; in particolare, si è affermata la dieta BARF, sigla di Biologically Appropriate Raw Food, “cibo crudo biologicamente appropriato”. Si tratta di un’alimentazione a base di carne cruda e ossa, da molti ritenuta ideale per l’animale
in quanto molto simile a quella che avrebbe se vivesse in natura.
Quello tra gli italiani e gli animali da compagnia è un legame profondo e appassionato: nel nostro Paese, in una casa su tre, vivono un cane o un gatto. Lo dicono i dati Eurispes 2016, che ci raccontano anche un particolare: gli italiani hanno speso oltre 2 miliardi solo per l’alimentazione dei loro amici a quattro zampe. Il costo medio di ogni famiglia per il mantenimento del proprio animale, però, è calato rispetto all’anno precedente. Non sono poche, infatti, le persone che si trovano in difficoltà ad affrontare la spesa, spesso elevata, destinata al pet food. Se un tempo il cane o il gatto di casa non venivano sottoposti a visite veterinarie o si accontentavano degli avanzi della tavola, oggi non è più così. Il mercato offre cibi “su misura” calibrati anche sulla loro età, sul loro stile di vita (sedentario o attivo), sulla loro razza e, naturalmente, sui loro gusti: salmone, trota, selvaggina, vitello, pollo, verdure al vapore, riso e chi più ne ha più ne metta.
Per saperne di più consulta il sito oppure rivolgiti con fiducia al tuo Agente UnipolSai. www.unipolsai.it 4
C’è però chi non è d’accordo, perché il rischio di perforazioni a causa di ossa appuntite o intossicazioni è sì basso, ma non del tutto assente. Più semplice e piacevole, allora, è preparare in casa qualche ricetta speciale. A guidarci nel creare piatti saporiti, sani e nutrizionalmente bilanciati sono i tanti siti o blog nati per promuovere la cucina per pet. Tra i più accurati, quelli di tuttosuigatti o di cucinacasalingapercani di Katya Cervio, educatrice cinofila esperta di alimentazione per gli animali domestici. Una ricetta semplice e gustosa propone di spalmare del lardo (magari pregiato come quello di Colonnata o di Arnad) su crostini di pane. In alternativa si possono preparare deliziose palline “da re”: servono 150 g di polpa di manzo cotta in brodo di carne e poi macinata con 100 g di farina, 100 g di crusca di farro e erbe aromatiche a piacere. Una volta ottenute le nostre piccole palline, si cuociono al forno per 15-20 minuti. Al gatto piaceranno moltissimo anche
i bocconcini al salmone, che si possono preparare mescolando 100 g di filetto di salmone, 100 g di fiocchi d’avena, 150 g di farina di riso, 100 g di farina di frumento, 40 g di barbabietola cotta e un cucchiaino di erba gatta tritata. Dal composto si ricaveranno bocconcini da cuocere al forno per 15-20 minuti.
Gli ingredienti a rischio da evitare a tutti i costi
Cucinare in casa per il nostro pet non significa improvvisare, seguire le indicazioni di un esperto è fondamentale. Siamo a conoscenza di quello che può farci male, ma spesso non sappiamo cosa può far male ai nostri animali.
Qualche esempio?
Gatti e cani in salute, proprietari felici
La salute degli animali, però, non passa solo dal cibo: un buon proprietario deve essere in grado di valutare il benessere del proprio animale e capire eventuali stati di malattia o disagio. Lo stato del pelo, il comportamento e la vitalità sono segnali importanti: cambiamenti improvvisi possono essere sintomi di malessere o stress. Anche l’ambiente in cui vive deve essere adeguato, sicuro e privo di pericoli. Balconi, finestre aperte, forni e lavatrici in funzione ma anche piccoli e banali oggetti in giro per casa possono costituire un rischio. Non sottovalutiamo mai quella che per noi è la normalità. E se i nostri cani e gatti amano vagabondare per il vicinato alla ricerca di avventure, ricordiamoci che possiamo proteggerli anche fuori dalle mura domestiche: dotiamoli di un microchip sottocutaneo. Questo dispositivo, piccolo come un chicco di riso, renderà più facile ritrovarli nel caso si perdessero: una sicurezza in più per loro e una maggiore serenità per noi.
COSA È BENE SAPERE SE SEI UN NEOPATENTATO
/in NewsAuto nuova per i neopatentati?
Una nuova patente in casa è spesso motivo di apprensione, perché comporta una riorganizzazione familiare
che talvolta non riesce ad accontentare tutti. In certi casi si inizia la ricerca di un veicolo adeguato, scegliendo tra l’acquisto di un’auto nuova o di una di seconda mano, in altri ci si deve rassegnare a programmare i turni di utilizzo dell’unico veicolo di famiglia tra tutti i componenti. Qualunque sia la soluzione scelta, bisogna fare i conti con le limitazioni per i neopatentati introdotte negli anni, in particolare quelle inserite nel Codice della Strada nel 2010 e nel 2013. Prima di allora non esistevano barriere e ci si poteva mettere al volante di veicoli di ogni tipo, anche quelli più potenti, mentre oggi i neopatentati (e non solo i diciottenni) possono accedere a un bacino di automobili che deve rimanere all’interno di un determinato
rapporto tra il peso del mezzo espresso in tonnellate e la potenza, misurata in kiloWatt.
Come verificare se l’auto è adatta al neopatentato
A porre i paletti non è la cilindrata o la velocità massima, ma un calcolo matematico che si effettua dividendo la potenza per il peso dell’auto, valori che sono riportati sulla carta di circolazione. Il risultato della divisione deve essere inferiore a 55 kW/t. Non spaventatevi, questo calcolo va fatto solo per i modelli più datati, per quelli recenti invece ci sono sistemi più semplici per scoprire se si può completare l’acquisto. Innanzitutto per le auto nuove i siti web delle case automobilistiche indicano chiaramente se sono a misura di neopatentato, mentre per l’usato il rapporto è riportato direttamente sulla carta di circolazione, oppure si può conoscere digitando il numero di targa sul Portale dell’Automobilista, ottenendo una risposta in tempo reale.
Auto nuova o di seconda mano?
Per chi sceglie di acquistare un’auto per il neopatentato, non resta che decidere se comprarla nuova o di seconda mano. Di norma si tende a puntare su modelli d’occasione, una scelta giustificata dal fatto che l’assenza di esperienza può tradursi presto in qualche contatto indesiderato, più facile da accettare su una carrozzeria non in perfette condizioni. L’usato può essere quindi la scelta giusta, ma a patto di non esagerare con il risparmio, perché la sicurezza non deve mai essere persa di vista; è importante verificare che siano presenti almeno airbag e abs.
Occhio alla velocità, all’alcol e al telefonino
Le limitazioni imposte al neopatentato non riguardano solo peso e potenza dell’auto, ma anche altri aspetti legati alla guida. L’esclusione dalla possibilità di guidare modelli più performanti vale 12 mesi, ma durano tre
anni le limitazioni in tema di velocità e tasso alcolemico nel sangue. Per 36 mesi dalla data del rilascio della
patente non è possibile superare i 90 km/h su strade extraurbane e i 100 in autostrada, mentre è assolutamente vietato bere bevande alcoliche, dato che in caso di controllo il limite deve essere di 0,0 g/l.
Le regole sull’uso del telefonino in auto invece valgono per tutti, non solo per i neopatentati, ma è bene che
i diciottenni di oggi, perennemente connessi, conoscano i pericoli legati all’uso del cellulare alla guida. Basti
pensare che mandare o leggere i messaggi mentre si è al volante fa perdere l’attenzione per una media di 10 secondi, che a 100 km/h significa percorrere 280 metri “a occhi bendati”: detto in questi termini chi lo farebbe mai? Ma se l’appello alla sicurezza non bastasse, è utile ricordare che si rischiano multe fino a 647 euro e il ritiro della patente in caso di recidive. È già pronto un disegno di legge per l’ulteriore inasprimento delle sanzioni.
L’importanza di assicurazione e scatola nera
Con un giovane neopatentato in casa, meglio verificare di avere un’adeguata copertura assicurativa. Se il ragazzo o la ragazza freschi di patente utilizzano un veicolo già presente in famiglia, bisogna accertarsi che la polizza non preveda restrizioni in merito all’età dei conducenti del veicolo. In quel caso, va aggiornata.
Inoltre è meglio usufruire della sicurezza aggiuntiva offerta da Unibox, la scatola nera di UnipolSai, che garantisce un monitoraggio utilissimo per la sicurezza di tutti i conducenti dell’auto: trasmette ad esempio i dati dei km percorsi e fornisce un alert in caso di eventuali incidenti con altri veicoli, urti contro ostacoli, ribaltamenti e uscite di strada. Oltre a questi, sono molti i servizi attivabili e consultabili comodamente dall’app, come il controllo della velocità (eccessi compresi) o delle percorrenze al di fuori di un’area prestabilita.www.unipolsai.it 1
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Nasce Welbee, la piattaforma welfare per tutte le aziende
/in NewsScopri com’è facile creare un piano di benefit per i tuoi dipendenti.
La cultura del welfare aziendale aumenta la sua diffusione tra le imprese italiane. Può essere definito come l’insieme dell’erogazione dei beni e prestazione di servizi che un’azienda riconosce ai propri lavoratori, dipendenti e familiari, frutto di una scelta imprenditoriale oppure esito di una contrattazione collettiva. Si spazia dagli asili nido aziendali ai servizi per la salute, come le polizze sanitarie. Ancora, comprende pacchetti di flexible benefit, ad esempio buoni spesa, shopping, carburante, servizi ricreativi e culturali.
Chi rivede i propri modelli organizzativi aziendali nell’ottica del welfare può ottenere vantaggi per tutti: l’impresa e i lavoratori, questi ultimi sempre più alla ricerca di un equilibrio tra la vita professionale e quella privata.
Welfare aziendale: un’opportunità per le imprese
Sono diversi gli aspetti che dimostrano come il welfare aziendale, grazie a un maggiore benessere, sia un volano in grado di far crescere la gratificazione dei lavoratori e l’efficienza delle imprese:
I progetti di welfare aziendale non sono statici ma evolvono insieme all’azienda, ai lavoratori, alla comunità che li ospita, alla situazione sociopolitica e socioeconomica. Il welfare, infatti, si sta focalizzando sempre più verso la personalizzazione del servizio, capace di aderire a nuovi bisogni dei lavoratori.
Un progetto di welfare, dunque, è più efficace e appetibile. Coinvolgere i lavoratori in maniera attiva, magari con un catalogo dell’offerta dei benefit che tenga conto dei loro suggerimenti, può portare ad un risultato migliore.
È con questo spirito che nasce Welbee, la piattaforma online multicanale di welfare aziendale del Gruppo Unipol: una soluzione welfare adatta a qualsiasi azienda, indipendentemente dalle dimensioni ed esigenze. Con Welbee puoi accompagnare la tua azienda in tutte le fasi necessarie per la creazione di un piano di welfare personalizzato e ottimizzato, dall’analisi dei bisogni fino alla misurazione dell’impatto socioeconomico del progetto.
Cosa comprende Welbee
I servizi comprendono:
Perché scegliere una piattaforma per il welfare aziendale
Le piattaforme di welfare aziendale sono uno strumento che permette di gestire in modo semplice i piani di welfare per le aziende: forniscono un’unica interfaccia di riferimento per consentire al beneficiario e all’azienda di accedere a tutti i benefit previsti.
Una piattaforma organizzata in modo funzionale e intuitivo permette all’azienda di amministrare il pacchetto di benefit e costruire piani personalizzati per il dipendente, che a sua volta può gestire online in autonomia i beni e i servizi welfare più utili nei limiti previsti dalla legge e da eventuali altri vincoli imposti dall’azienda.
Scopri tutto su Welbee e i piani di Welfare che contribuiranno a far crescere la cultura aziendale dei tuoi collaboratori: avrai customer care e assistenza continui.
Cyber Security: perché proteggere la tua azienda dagli attacchi informatici
/in NewsCoperture all’avanguardia ed un team di supporto in caso di cyber attack.
Negli ultimi quattro anni “è avvenuto un vero e proprio cambiamento epocale nei livelli globali di cyber-insicurezza”, affermano gli esperti di Clusit, l’associazione italiana per la Sicurezza Informatica, nel rapporto rilasciato a novembre 2022. Aumentano “numeri, severità e qualità degli attacchi informatici”, si legge. Il nostro Paese si conferma tra i più colpiti in Europa.
Anche l’Italia, infatti, il 5 febbraio scorso è stata coinvolta nell’attacco hacker su larga scala che ha “bucato” 22 server di enti o aziende sfruttando una vulnerabilità non risolta da aggiornamenti di sicurezza. Secondo il Computer Security Incident Response Team Italia, l’organismo istituito presso l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale che monitora e interviene in caso di attacchi informatici, “nel mirino dei malintenzionati sono finiti decine di sistemi nazionali”.
Attacchi informatici in Italia: uno scenario da non sottovalutare
In Italia i server compromessi sono aumentati del 58%, con un balzo in avanti dei cyberattacchi del 35% rispetto all’anno precedente. Impennata che vede le aziende del territorio vittime di quella che si definisce ormai una “cyberpandemia”.
Tuttavia, realizzare un ambiente digitale sicuro diventerà sempre più cruciale, tanto più se “entro il 2030 saranno i dati, il cloud e il calcolo quantistico a trainare l’innovazione industriale e sociale”, ha ricordato Thierry Breton, Commissario dell’Unione europea per il Mercato interno e i servizi, nel discorso del 10 novembre 2021 dedicato al “Programma Europa digitale”.
Il volto tecnologico delle imprese italiane
La tecnologia di Impresa e Industria 4.0, con l’uso di hardware e software per monitorare e controllare processi fisici, dispositivi e infrastrutture, sta abilitando la trasformazione digitale all’interno del tessuto imprenditoriale italiano.
D’altra parte, però, espone le aziende a vulnerabilità informatica. “Lo scorso anno, il 51% delle organizzazioni ha subito una violazione dei dati causata da un incidente lungo la propria filiera digitale”, ha commentato il 31 dicembre del 2022 Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan, company italiana di cybersecurity, parlando delle sfide della cyber security nel 2023. Mentre è l’indagine di Ibm Security, che ha interessato 21 aziende italiane, a dare conto che nel 2020 il costo complessivo delle violazioni di dati è salito a 3,03 milioni di euro (report luglio 2021).
Cyber Security per le aziende: perché proteggersi dagli attacchi informatici
Gli attacchi informatici possono essere particolarmente gravi per le aziende: maggiori sono le dimensioni, più estesi sono i rischi per la quantità di dati e sistemi da proteggere. Per questo, sono spesso viste come un obiettivo più attraente per i cybercriminali.
La perdita o la compromissione di dati personali dei clienti, o di altre informazioni di natura sensibile, quali informazioni finanziarie e segreti commerciali, può avere conseguenze legali ed economiche severe per un’impresa. Per non parlare dei danni d’immagine e i possibili effetti dell’interruzione dei cicli produttivi.
La sensibilità al tema però sta aumentando e lo conferma lo scenario disegnato nel 2021 nell’indagine “Multifinanziaria Aziende 2021” di Ipsos dove emerge che il 43,1% delle aziende con fatturato superiore a 2,6 mln risulta essere propenso alla stipula di una polizza cyber Risk, un dato che registra un incremento di 9 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Se crescono i bisogni di protezione, ecco che arrivano nuove e più articolate difese: la polizza UnipolSai Scudo Cyber è la risposta completa pensata per proteggere il tuo business.
Vieni in agenzia per conoscere tutto sulla polizza UnipolSai Scudo Cyber e individuare le caratteristiche che più rispondono alle tue esigenze. Non rimanere indietro, e proteggiti subito dai rischi informatici.
Investi nel tuo benessere: le soluzioni assicurative L’importanza della prevenzione
/in NewsLo scenario sullo stato di salute dei cittadini del nostro Paese arriva dal XIX Rapporto Osservasalute 2021, l’indagine dell’Osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane dell’Università Cattolica, e conferma che la popolazione italiana è una delle più longeve d’Europa, un’evoluzione positiva dovuta anche all’adozione di condotte più sane.
Comportamenti a rischio che resistono nel dopo pandemia
Il rapporto Osservasalute sottolinea tuttavia che nel corso dell’emergenza sanitaria ci si è recati meno alle visite di controllo e specialistiche. Si sono determinati poi alcuni comportamenti a rischio, come l’abitudine a consumare più cibo (riferito dal 25% degli intervistati) o l’aumento di assunzione di alcol e un maggior consumo di sigarette. Il report annuale 2022 dell’Istituto Superiore di Sanità conferma: fumano 12,4 milioni di italiani, non erano così tanti dal 2006.
I giovani dai 18 ai 24 anni (18,5%) hanno riferito di mangiare più di prima con una conseguente tendenza ad acquisire un eccesso di peso, anche a causa di una più ridotta attività fisica abituale.
Crescono le malattie metaboliche
Un tema particolarmente sensibile, se si pensa che le malattie metaboliche – e tra queste soprattutto l’obesità e il diabete di tipo 2 – rappresentano alcune tra le affezioni croniche oggi più diffuse in Italia, soprattutto nelle aree urbane. Il collegamento è emerso da studi internazionali: vivere in città si accompagna più spesso a sostanziali mutamenti dello stile di vita rispetto al passato: abitudini alimentari meno regolari, consumo di tabacco, alcol, lavori più sedentari e minore attività fisica. Proprio per promuovere comportamenti più attivi per la salute, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha approntato una serie di linee guida per la lotta alle MCNT (Malattie Croniche Non Trasmissibili, in particolare malattie cardiovascolari, diabete, cancro, malattie respiratorie croniche e disturbi di salute mentale, che insieme sono responsabili di circa il 90% delle morti nella Regione europea dell’OMS).
L’importanza della prevenzione
Lasciata alle spalle la fase più critica legata alla pandemia, è importante ripristinare l’ osservazione sulla propria condizione fisica, partendo dagli esami clinici di routine, fino al recupero delle visite specialistiche eventualmente trascurate, fondamentali nella prevenzione primaria e secondaria a ogni età.
Le soluzioni per proteggere la tua salute
Per farlo, puoi contare sul mondo UnipolSai, grazie alla Compagnia specializzata UniSalute, che da 27 anni risponde alle esigenze di sanità integrativa.
Con la polizza UnipolSai Salute 360° hai al tuo fianco i Centri convenzionati UniSalute dalla prevenzione fino al momento delle cure con check up, esami del sangue annuali, esami diagnostici (come TAC, ecografie). Con l’esclusivo servizio “Tariffe Agevolate” puoi anche beneficiare di tariffe scontate per esami e visite non coperti dalla polizza.
UnipolSai Spese Mediche Sanicard è invece la polizza per il rimborso delle spese mediche. È pensata per tutelare la tua salute in caso di infortunio o malattia, e puoi personalizzarla secondo le tue esigenze fino a coprire, con la formula Grandi Interventi, l’eventualità di eventi più rari ma più importanti. E con la garanzia Sindrome Metabolica puoi effettuare annualmente esami di controllo per verificare l’insorgenza di eventuali malattie cardiovascolari.
La polizza UnipolSai Ricovero tutela in caso di ricovero ospedaliero e interventi chirurgici (per malattia, infortunio, parto o aborto terapeutico) con un’indennità giornaliera e servizi di assistenza domiciliare.
Non c’è nessun questionario sanitario da compilare e hai la certezza di poter accedere alle strutture sanitarie convenzionate senza dover anticipare alcuna spesa: una tutela anche per la tua stabilità economica.
Fai subito un preventivo: la tua salute e quella di chi ami viene prima di tutto.
Regali esclusivi con l’App UnipolSai
/in NewsFino all’11 dicembre in palio i premi di “Regali da Applausi”
Torna con la sua seconda edizione “Regali da APPlausi”, l’iniziativa che ti premia con vantaggi digitali e premi fisici grazie all’App UnipolSai. Il programma è attivo fino all’11 dicembre 2022 e partecipare è molto semplice.
Regalo di benvenuto e vantaggi settimanali
Sei cliente UnipolSai e non hai ancora scaricato l’App sul tuo smartphone? Fallo subito e riceverai immediatamente un regalo di benvenuto. Al primo login per te c’è infatti un abbonamento per 3 mesi ad AGI Prima, l’agenzia giornalistica che ti offre le news del giorno per iniziare la giornata con l’informazione di qualità. Dal lunedì alla domenica inoltre, ti aspetta una sorpresa sempre diversa: basta fare almeno un accesso per ricevere un omaggio digitale nuovo ogni settimana.
Oltre a questo, “Regali da APPlausi” è anche un grande concorso. Tutti i venerdì puoi vincere infatti un super premio esclusivo: se farai almeno un ingresso nell’App UnipolSai il venerdì sarai invitato a giocare al concorso. Cliccando sul bottone “Gioca ora” nella homepage dell’App, scoprirai subito se sei tra i fortunati clienti destinatari di uno dei prestigiosi premi in palio.
Le opportunità non sono finite, perché in questa seconda edizione c’è una novità: si moltiplicano fino a 10 volte le possibilità di vincere il super premio speciale del venerdì. Come? Basta rinnovare la propria polizza in scadenza, acquistarne una nuova o fare un preventivo e bloccarne il prezzo che assicuri la tua casa, il tuo animale domestico o il tuo viaggio, direttamente e comodamente sull’App.
Tutto a portata di mano
Ma perché accedere all’App ogni settimana? Perché ti supporta quotidianamente con le tante funzionalità al suo interno che ti permettono in modo semplice e intuitivo di: pagare il bollo auto e moto, i parcheggi in struttura e nelle strisce blu, il rifornimento di carburante e rinnovare le tue polizze in scadenza. Inoltre, l’App UnipolSai consente di gestire le criticità in caso di sinistro o guasto meccanico del tuo veicolo. Se hai acquistato la garanzia assistenza stradale della polizza UnipolSai KM&Servizi è sufficiente effettuare la richiesta di soccorso e, grazie alla geolocalizzazione, il carro attrezzi ti raggiunge. L’applicazione permette anche di seguire l’arrivo del mezzo sulla mappa in tempo reale.
Ma non finisce qui: in un’Italia sempre più attraversata da eventi atmosferici violenti e improvvisi, puoi contare anche su alert meteo: l’App ti informa immediatamente in caso di fenomeni importanti come grandine, pioggia, vento forte o neve, per spostarti in sicurezza e proteggere per tempo i tuoi beni.
Ci sono insomma tante ottime ragioni per scaricare e utilizzare l’App UnipolSai (disponibile sugli store iOS e Android).
La tua casa a prova di imprevisti
/in NewsLe famiglie nel nostro Paese, in risposta al carovita e all’impennata dell’inflazione, rivedono i propri comportamenti anche nell’ambiente abitativo. “L’OsservatorioCasaDoxa sugli italiani” presentato il 19 ottobre 2022, evidenzia come per gli italiani sia aumentata l’attenzione verso i concetti di risparmio energetico, sostenibilità, riciclo.
Lo testimonia il campione di intervistati, in un raffronto con il 2018: oggi il 72% utilizza lavastoviglie e lavatrici solo quando sono a pieno carico (+24%), il 78% dichiara di spegnere le luci ogni volta che esce da una stanza (+18%); il 66% sceglie prodotti ad alta efficienza energetica (+21%). Inoltre, sei persone su dieci si dicono propense ad aderire ad una comunità energetica nel proprio condominio o nel quartiere. Il 67% parteciperebbe per avere un risparmio in bolletta, mentre il 49% lo farebbe per contare sulla produzione in autonomia del proprio fabbisogno di energia.
Il mattone resta un buon investimento
La complessità dello scenario economico sta certamente influenzando i consumatori. A ottobre l’Istat ha stimato ancora una flessione dell’indice del clima di fiducia, passato da 94,8 a 90,1. Ma la casa, ricorda ancora l’Osservatorio Doxa, resta per gli italiani il fulcro di un progetto esistenziale ed è sempre più centrale nel “buon vivere”. I dati mostrano infatti un mercato immobiliare residenziale in fermento, nonostante le tensioni internazionali e le difficoltà derivanti dall’elevata inflazione, l’indice dei prezzi delle abitazioni che ha fatto un balzo in avanti, e l’aumento dei tassi di interesse sui mutui. Andamenti confermati dai volumi di compravendita rilevati dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (Omi) nei primi sei mesi del 2022 (+8,6%).
Negli scenari complessi come quello che stiamo vivendo, assumono maggiore peso le azioni di supporto alle famiglie arrivate da politiche statali di incentivazione per le abitazioni.
A questo proposito si ricorda che la Legge di Bilancio 2022 ha previsto una proroga pluriennale per bonus ristrutturazione ed ecobonus (ad esempio: realizzazione di nuovi impianti igienico-sanitari, miglioramento delle prestazioni energetiche, sostituzione degli infissi esterni/serramenti/persiane). C’è tempo fino al 31 dicembre 2024 per usufruire della maggiore detrazione Irpef al 50% per le ristrutturazioni edilizie, entro un limite massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
Le numerose e diversificate agevolazioni fiscali messe in campo (e i casi in cui è possibile optare per due scelte alternative alla detrazione: lo sconto in fattura o la cessione del credito) sono disponibili sulla Guida dell’Agenzia delle Entrate sulle ristrutturazioni edilizie (aggiornamento ottobre 2022).
Valore al proprio mondo e serenità a chi si ama
Non ci sono dubbi, dunque, sull’affezione degli italiani per la loro casa. Per questo va difesa, oggi più che mai, alla luce delle sfide che sono imposte dalla difficile congiuntura economica e dalla perdita di potere d’acquisto delle famiglie. Vanno scongiurati esborsi improvvisi, come quelli causati ad esempio da eventi imprevisti.
La soluzione più vantaggiosa è tutelarla. UnipolSai Casa&Servizi è la polizza che protegge la tua abitazione grazie a garanzie personalizzabili che ti assistono in ogni momento, dai problemi più semplici a quelli complessi: dai fenomeni elettrici ed atmosferici al furto, all’incendio, alla responsabilità civile per danni arrecati a terzi, a eventi estremi e calamità naturali. Le garanzie Alluvione e Terremoto ad esempio coprono per i danni subiti e per le spese di ricostruzione della tua abitazione.
E con l’ App UnipolSai, sempre con te sul tuo smartphone accedi gratuitamente al servizio Alert Meteo, uno strumento prezioso per prevenire i rischi da maltempo e proteggere i tuoi beni: ti avverte immediatamente in caso di fenomeni intensi come grandine, pioggia forte o neve, con la possibilità di impostare fino a cinque Comuni preferiti.
Fai un preventivo e acquista la polizza online entro il 31 dicembre 2022: avrai i primi 3 mesi di polizza a 1 euro e, in base alle garanzie scelte, un ulteriore sconto del 15%.
Welfare aziendale, piani e vantaggi per tutti
/in NewsBenessere, produttività e agevolazioni per una scelta vincente
Negli anni si è evoluto il rapporto tra le imprese e i loro dipendenti, sempre più considerati dall’azienda come parte di una comunità da tutelare non solo nell’ambito strettamente lavorativo, ma anche con supporti integrativi e benefit, che ne favoriscano il benessere complessivo. Tutto questo nella ricerca di un nuovo e virtuoso equilibrio tra vita professionale e privata dei dipendenti, del quale può beneficiare anche il datore di lavoro in termini di maggiore produttività e di una fidelizzazione più profonda, anche grazie ad agevolazioni economiche previste dalla legislazione, che nel frattempo si è sviluppata nella stessa direzione.
Quali tipi di benefici possono essere offerti dai programmi di welfare aziendale?
Ruolo economico e sociale
Prende così sempre più forma un vero e proprio welfare aziendale fatto di assistenza economica, sanitaria, educativa e sociale, per i dipendenti e i loro familiari, che risponde alle esigenze e ai bisogni dei lavoratori e crea valore per tutti. Con piani che permettono di finanziare servizi come l’assistenza sanitaria, la previdenza complementare, gli asili nido, ma anche spese mediche o abbonamenti ai trasporti, attività culturali e sportive. E possono includere buoni d’acquisto per la spesa o per il carburante, i viaggi o corsi di formazione. Possibilità che testimoniano come le aziende considerino sempre più il loro ruolo sociale, che si affianca a quello economico. Con l’ulteriore vantaggio di diventare anche più attrattive per i migliori talenti, in un mercato del lavoro dove oggi, in molti settori, c’è uno squilibrio tra domanda e offerta e quindi una forte concorrenza.
Quali sono i vantaggi del welfare aziendale?
Agevolazioni per dipendenti e aziende
All’interno del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir) si ritrova la base della regolamentazione e del regime particolare dei cosiddetti “fringe benefit”, che negli anni sono passati dall’essere frutto di iniziative unilaterali dei datori di lavoro a essere previsti anche in Contratti collettivi nazionali (per primo il Ccnl dei Metalmeccanici, nel 2016) e in accordi aziendali.
Un piano di welfare aziendale è fiscalmente vantaggioso per tutti. Perché il valore dei suoi servizi da una parte non concorre a formare reddito imponibile per il dipendente, entro determinati limiti previsti dalla legge. Dall’altra è deducibile per le aziende, in varie forme e misure. L’art 51 del Tuir dispone infatti che una serie di voci riferibili a servizi di welfare aziendale, come le prestazioni erogate dal datore di lavoro in maniera volontaria o in conformità a disposizioni di contratto, di accordo o di regolamento aziendale, offerti alla generalità dei dipendenti o a loro categorie e ai loro familiari, sono deducibili integralmente dal reddito d’impresa e non sono imponibili per il dipendente.
Limiti di spesa e flexible benefits
Tra i principali e più conosciuti “fringe benefits”, ci sono i buoni spesa o carburante. C’è un plafond annuo di esenzione generico previsto per il singolo dipendente, pari a 258,23 euro. Con una novità molto recente: solamente per l’anno in corso, con il Decreto Aiuti-bis (D.L. 9 agosto 2022, n. 115, convertito dalla L. n. 142/2022), la soglia “defiscalizzata” dei fringe benefits, che quindi non concorre alla formazione del reddito da lavoro nel 2022, è stata innalzata a 600 euro, includendovi anche le somme di denaro versate o rimborsate dal datore di lavoro per pagare le utenze domestiche dei dipendenti: una leva significativa di sostegno al reddito e ai consumi.
Nel tempo, le iniziative di welfare si sono evolute, risultando personalizzabili in base all’età, allo stile di vita e al tipo di nucleo familiare del lavoratore. Così si è arrivati ai cosiddetti flexible benefits, ovvero alla previsione di un ricco paniere di beni e servizi erogati attraverso specifiche piattaforme, tra i quali i collaboratori possono scegliere autonomamente i servizi di cui usufruire, spendendo un budget predefinito.
Ed è importante poi ricordare che il premio di produttività o di risultato legato al raggiungimento di obiettivi aziendali è trasformabile in welfare nell’ambito di un accordo di secondo livello, con un evidente vantaggio fiscale per tutti i soggetti coinvolti. Ad esempio: un premio in busta paga di 1000 euro costa all’azienda circa 400 euro di oneri (quindi 1400 in totale); le imposte previste sul reddito del dipendente gli faranno mediamente percepire un netto di circa 800 euro (in quanto per questa fattispecie di erogazioni è prevista un’aliquota sostitutiva irpef del 10% a cui si aggiungono i contributi a carico del lavoratore). L’erogazione in benefit, invece, costerà 1000 euro all’azienda e il lavoratore riceverà 1000 euro sotto forma di servizi di welfare aziendale.
Il giusto valore alle risorse umane
Con il Welfare di UnipolSai per le aziende le imprese possono dotarsi degli strumenti più all’avanguardia per instaurare una relazione con i propri dipendenti virtuosa e favorevole per tutte le parti del rapporto di lavoro. Sono infatti previste soluzioni in grado di dare più valore, tanto all’azienda quanto ai lavoratori, usufruendo anche di importanti agevolazioni fiscali. Dai piani sanitari e dalla previdenza complementare, ai servizi di assistenza anche ai familiari dei dipendenti, fino a una piattaforma digitale dedicata ai flexible benefits e a servizi come abbonamenti per mezzi pubblici, rette scolastiche o asili nido.
Scopri tutti i vantaggi dell’attivazione di un piano welfare per la tua azienda: uno strumento davvero efficace per te e per i tuoi dipendenti.
Fotovoltaico, più energia (rinnovabile) per il business
/in NewsUn’opzione green e conveniente, per una sostenibilità a 360 gradi
Il solare fotovoltaico è in grande crescita tra le fonti di energia rinnovabile. In Italia sono presenti oltre un milione di impianti e solo nel corso del 2021 ne sono stati installati circa 80mila, in base ai dati dell’ultimo rapporto di Gse (Gestore dei servizi energetici).
Chi ha investito nel fotovoltaico per la propria azienda ha avuto ragione. L’aumento delle bollette conseguente alla ripresa produttiva post-pandemia e gli effetti della crisi russo-ucraina, con la corsa del prezzo dell’energia, hanno infatti avuto un impatto notevole sulle imprese. È realistico e lungimirante perciò accelerare sulle rinnovabili, e in particolare sul fotovoltaico, tenendo conto anche dell’alto irraggiamento solare del nostro Paese. Una soluzione collaudata per contribuire a modificare il mix energetico utilizzato, abbattendo le spese per i consumi e contribuendo alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. Senza dimenticare la sostenibilità e gli obiettivi dell’Unione Europea, che mirano a una diminuzione di emissioni nette di gas a effetto serra del 55% entro il 2030.
Tecnologie per il risparmio
La maggior parte delle aziende consumano energia soprattutto durante le ore di luce, quando il fotovoltaico ne produce di più, offrendo una riserva pronta per essere subito utilizzata. Non a caso, a beneficiare nel 2021 dei maggiori autoconsumi – cioè dell’uso dell’energia elettrica direttamente nel luogo di produzione – è stato proprio il comparto industriale con il 37%, seguito dal terziario con il 29% (fonte Gse). La disponibilità di tecnologia e di materiali sempre più efficienti, economici ed eco-compatibili e la possibilità di calcolare il rendimento del futuro impianto (studiandone aspetti e caratteristiche) sono altri fattori che invitano a investire in questa direzione. Secondo quanto indicato nel 2021 da Wood Mackenzie, società di consulenza del settore, nel rapporto “Total Eclipse: come la riduzione dei costi assicurerà il dominio del solare nel settore dell’energia”, il costo dell’energia grazie a elementi come questi sarebbe calato di circa il 90% in più di 20 anni, seguendo un trend destinato a proseguire. Cosa che influisce positivamente anche sui tempi di assorbimento dell’investimento iniziale.
Il sistema degli incentivi fotovoltaico 2022
Accanto a queste considerazioni, ci sono poi una serie di incentivi fiscali e altre agevolazioni a supporto delle aziende, che permettono di ridurre la spesa e velocizzare i tempi di rientro dell’investimento. Innanzitutto, la normativa italiana equipara gli impianti fotovoltaici ai beni strumentali materiali, che, come tali, possono usufruire nel 2022 del credito d’imposta del 6%.
Sono numerosi poi gli incentivi con fondi limitati o disponibili per un periodo breve, come quelli che fanno riferimento al Decreto 4 luglio 2019 (Decreto Rinnovabili Fer 1). La “Nuova Sabatini”, invece, è un’agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo economico, e prevista dalla Legge di Bilancio 2022, per facilitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese per l’acquisto di macchinari e attrezzature, tra le quali rientrano anche gli impianti fotovoltaici (le modalità di erogazione dei contributi sono contenute nella Circolare 17 marzo 2022, n. 696 disponibile sul sito del Mise https://www.mise.gov.it/). E c’è anche il cosiddetto “Bonus Sud”, un credito d’imposta introdotto dalla Legge n° 208/2015 e modificato nel corso del tempo. Prorogato dalla Legge di Bilancio 2021, prevede la possibilità per le aziende del Mezzogiorno e di altre zone individuate di richiedere una detrazione per gli investimenti in beni strumentali nuovi effettuati dal primo gennaio 2016 al 31 dicembre 2022.
Un’importante nuova possibilità si è poi presentata recentemente per le imprese agricole, zootecniche e agroindustriali con il bando “Parco Agrisolare”, previsto dal PNRR. Con esso le aziende possono mirare a un sostegno agli investimenti per l’installazione di impianti fotovoltaici sulle infrastrutture agricole. Sono previsti incentivi pari a una quota complessiva di 1,2 miliardi di euro, con domande presentabili tra il 27 settembre e il 27 ottobre 2022, secondo le modalità e le condizioni indicate sul sito del Ministero delle Politiche Agricole.
Da sottolineare infine anche la novità introdotta dall’art. 9 del Decreto Bollette (DL 17/2022), convertito dalla legge 24/2022, che semplifica la procedura per l’installazione di impianti solari, fotovoltaici e termici assimilandola a un intervento di manutenzione ordinaria, con una notevole razionalizzazione degli obblighi di carattere amministrativo e burocratico.
Una scelta da proteggere
Investire nel fotovoltaico per un’azienda vuol dire insomma fare una scelta sostenibile da molti punti di vista. Una decisione che anche per questo è fondamentale difendere con un’adeguata copertura assicurativa per il proprio impianto.
Il prodotto di UnipolSai Energia Sole protegge l’investimento delle aziende con garanzie innovative e specifiche. Prevede un indennizzo in caso di furto, anche dei cavi di rame interrati; copre i danni derivanti da eventi atmosferici estremi e quelli da guasti all’impianto e supporta in caso di attacchi informatici. Puoi aggiungere anche la garanzia “Salva Sole Plus”, che offre un sostegno economico in caso di ridotta produzione di energia per scarso irraggiamento.
Scopri questi e altri vantaggi: assicura la giusta tutela al tuo business sostenibile.
La riparazione che ti serve? È diretta
/in NewsPer imprevisti risolti velocemente e minimizzando le conseguenze
L’attività d’impresa prevede per definizione una certa percentuale di rischio, che può essere di varia natura. Dalle realtà industriali a quelle artigianali, chi le porta avanti sa che le aziende possono essere soggette all’influenza di fattori esterni capaci di condizionarne l’operatività, fino a poter incidere sul valore dell’intera organizzazione in modo significativo. Lo conferma l’edizione 2022 dell’Osservatorio sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane, realizzato dal Consorzio Universitario per l’Ingegneria nelle Assicurazioni (Cineas), secondo cui più di un’azienda su quattro (26,5%) ritiene prioritario introdurre un sistema di gestione e valutazione del rischio nel suo significato più completo. Per oltre l’80% del campione ciò rappresenta una componente importante per uno sviluppo sostenibile.
Tutela del business e capacità di reazione
Oggi esistono diversi strumenti che aiutano ad analizzare alcuni tipi di pericoli e a contenerli. Ausili importanti, ma che non possono comunque escludere totalmente il verificarsi di sinistri ed eventi avversi e inattesi in grado di compromettere la gestione e il valore del proprio lavoro, coinvolgendo anche dipendenti e clienti. La gamma dei possibili imprevisti e dei loro effetti è ampia e variegata e va dalle infiltrazioni d’acqua ai danni causati da un’effrazione nel locale che accoglie l’attività. Ostacoli che tanto una piccola attività commerciale quanto una realtà più strutturata e complessa possono aggirare solo con la preparazione, congiuntamente alla pianificazione di azioni di prevenzione e tutela. Per un guadagno in termini stabilità, vantaggio competitivo e resilienza aziendale.
Polizza assicurativa con riparazione diretta
Una polizza assicurativa adeguata permette di affrontare tali rischi con maggiore tranquillità. Tenendo in considerazione un fattore importante ed evidente anche nei casi che abbiamo descritto: avere la possibilità di far riprendere l’attività nel più breve tempo possibile significa assorbire ancora meglio le conseguenze di un danno, minimizzandole. L’arco di tempo necessario alla riparazione può infatti aggravare, con conseguenze ulteriori, gli effetti dell’evento sull’impresa colpita. È tempo allora di dotarsi di nuovi strumenti per una maggiore efficienza aziendale anche da questo punto di vista: la riparazione diretta è sicuramente uno dei più efficaci.
Si tratta infatti di una modalità di liquidazione del danno che garantisce una risposta strutturata e concreta che si attiva con soluzioni pianificate per intervenire in caso di guasti e malfunzionamenti. Il danno viene riparato più velocemente grazie all’intervento diretto di personale qualificato e già individuato, una volta aperto il sinistro. Non bisogna preoccuparsi di cercare una soluzione autonomamente e provvedere al ripristino dei beni danneggiati, per poi ricevere l’indennizzo monetario: un team composto da specialisti esperti si preoccuperà di eseguire l’intervento, con una notevole riduzione di tempistiche e stress.
Interventi rapidi e senza esborsi
È evidente che contare su una risposta veloce per affrontare un imprevisto, risparmiando tempo e denaro, significa incrementare la credibilità del proprio business. Per questo attivare la Riparazione diretta di UnipolSai è una scelta vincente: si può contare sull’intervento di cui si ha bisogno, avendo a propria disposizione professionisti qualificati.
La forma di gestione del sinistro Riparazione Diretta di UnipolSai Commercio&Servizi si serve infatti di un network di esperti pronti a entrare in azione dopo avere verificato il danno per riparare prontamente eventuali guasti, senza anticipi, franchigie o scoperti. Per l’intervento, che si applica a sinistri fino a 5mila euro, non si versa alcun importo. Un grande beneficio in termini di eliminazione di esborsi economici e preoccupazioni collegate all’imprevisto da affrontare.
Una decisione lungimirante che dà valore al tuo lavoro e al tuo tempo.
Responsabilità civile d’impresa: aziende da proteggere
/in NewsSoluzioni per tutelare l’attività da una vasta gamma di rischi
Tutela completa e su misura
La gestione della crisi in situazioni del genere può rivelarsi molto complessa e costosa. O, viceversa, può consolidare l’immagine di un’impresa se la situazione viene risolta in modo rapido ed efficace avvalendosi di strumenti adeguati, come una copertura assicurativa ad hoc. Essere protetti in questo caso significa infatti difendere serenità, patrimonio e reputazione, tutelando i bilanci e, nei casi più seri, la sopravvivenza stessa del business.
Con UnipolSai Impresa&Servizi il lavoro ha tutta la protezione che si può desiderare, nel rispetto delle necessità ed esigenze di ogni realtà. La Rc Prodotto difettoso, ad esempio, tutela i produttori dalle richieste di risarcimento per danni involontariamente cagionati a terzi a causa di difetti dei prodotti, e la garanzia comprende anche quelli derivanti da mancata rispondenza dei prodotti all’uso e alle necessità a cui sono destinati. Inoltre, è possibile tutelarsi da richieste di risarcimento danni recati a terzi che abbiano causato l’interruzione o la sospensione della loro attività o il mancato o ritardato inizio di attività altrui. Il tutto con un trattamento su misura, visto che in base alle proprie esigenze specifiche si può estendere la copertura e assicurare ad esempio i dipendenti per gli incidenti sul lavoro. Ed è prevista inoltre la garanzia Rc Datoriale per le richieste di risarcimento, ad esempio per mancata promozione o illegittimo licenziamento, promosse da ex dipendenti o dipendenti.
Così la tua impresa è tutelata in ogni circostanza.
In vacanza con cani e gatti. Pronti a partire?
/in NewsScopri come viaggiare serenamente con i tuoi amici a 4 zampe
Il ruolo degli animali d’affezione nelle famiglie italiane sta diventando sempre più importante. Dai dati dell’indagine realizzata da Bva-Doxa per Assalco, l’associazione che riunisce tutte le principali aziende dei settori petfood e petcare che operano nel nostro Paese, si legge ad esempio che il 77% di proprietari di cani, gatti e altri pet afferma di portare i propri animali da compagnia con sé al ristorante e in vacanza.
Partire insieme agli animali domestici
Una tendenza confermata anche da un’analisi Coldiretti/Ixè, secondo la quale nel 2021 quasi un italiano su cinque (il 19%) si è spostato con cani e gatti durante le ferie, grazie anche a una accresciuta cultura dell’ospitalità “pet friendly”. Chi può, preferisce alloggiare in affitto per cercare di ricreare l’ambiente domestico e ridurre al minimo lo stress del cambiamento. Anche gli agriturismi sono gettonati, con ampi spazi all’aperto, garanzia per gli animali di una vacanza all’insegna della riconquista della libertà e della vicinanza ai loro padroni.
Per far fronte a questa crescente esigenza dei viaggiatori, sono nel frattempo aumentati gli alberghi che offrono servizi specifici agli amici a quattro zampe, tra aree dedicate e pasti personalizzati. È tuttavia sempre consigliabile informarsi preventivamente su tutte le regole definite da ciascuna struttura, per non avere sorprese sgradite e gestire le vacanze anche nel rispetto delle esigenze degli altri ospiti.
Regole e consigli su come viaggiare in auto e aereo con animali
Se anche tu, come la maggior parte dei proprietari di animali domestici, consideri il tuo cane o gatto parte della famiglia, prima di metterti in viaggio assicurati che sia al sicuro e comodo. In particolare, se ti sposti in auto, in base al Codice della Strada nell’abitacolo non si può tenere più di un pet libero, e anche in questo caso è necessario garantire condizioni che evitino impedimenti o pericoli per la guida. Più animali domestici possono essere portati se tenuti in un trasportino o nel vano posteriore, separato dai sedili con una rete.
Una volta al volante occorre poi seguire alcune accortezze per garantire all’animale un viaggio confortevole. Innanzitutto, anche cani e gatti possono soffrire di mal d’auto, perciò meglio adottare una guida a velocità costante e dolce, ed eventualmente chiedere consiglio al proprio veterinario prima di partire. Inoltre è opportuno fare soste frequenti per le sue necessità, garantirgli sempre dell’acqua a disposizione ed evitare comportamenti potenzialmente rischiosi, come consentirgli di tenere la testa fuori dal finestrino. Attenzione poi alle temperature: l’aria condizionata non deve rendere troppo freddo l’abitacolo e, per il motivo opposto, mai lasciare un animale da solo in auto. Se invece si viaggia in aereo è importante informarsi in anticipo sulle modalità di trasporto: alcune compagnie consentono di portare in cabina cani e gatti, se di piccola taglia, mentre altre no.
Sicurezza a quattro zampe
Per la sicurezza del tuo amico a quattro zampe, in viaggio, ma anche nella vita di tutti i giorni, c’è un’altra scelta che puoi fare, prima di partire: assicurarlo con UnipolSai C@ne&G@tto, la polizza pensata apposta per gli animali domestici.
Ti tutela ad esempio in caso di danni a persone o altri animali e hai il rimborso delle spese veterinarie in caso di ricovero per intervento chirurgico. Ma sono tanti altri i vantaggi e le garanzie: scopri tutto in pochi click e offri ai tuoi fedeli amici un’ulteriore prova del tuo amore.
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